Quello che sto raccontando potrebbe sembrare assurdo. A che mi serviva ingannarmi da solo? In realtà a quel tempo ero un giovane che si sforzava di fuggire dal peso opprimente della depressione, e l’idea di immaginarmi privo di peso e pieno di forza fu un salvagente che mi impedì di affogare nelle trappole della famiglia aiutandomi a intraprendere una attività liberatoria. Ma senza una guida, da dove cominciare? A volte nella prostrazione più grande, quando ci sentiamo completamente abbandonati, quando meno ce lo aspettiamo appare un segno che ci indica la via da seguire.
Chi osa avanzare al buio, anche se ha perso la speranza alla fine trova una meta luminosa.
Su una pagina strappata che il vento autunnale fece cadere ai miei piedi, lessi un testo che mi fece capire che ero sulla buona strada: “L’iniziato che in buona fede si lancia all’assalto della Verità per trovare soltanto, ovunque, l’inesorabile barriera che lo respinge verso il ‘tumulto ordinario’ , ascolta il Maestro che gli dice: ‘attento c’è un muro!’. ‘Ma questo muro è provvisorio?’ domanda inquieta l’Anima!, ‘debbo oltrepassarlo oppure abbatterlo? È un avversario? È un amico?
‘ Non te lo posso dire Dovrai scoprirlo da solo’”.
Alejandro Jodorowsky