Le porte del Paradiso
Un soldato di nome Nobushige andò da Hakuin e gli chiese: "Ci sono davvero un paradiso e un inferno?"
"Chi sei tu?" indago Hakuin.
"Sono un samurai", rispose il guerriero.
“Tu, un soldato! " Esclamò Hakuin "Che razza di sovrano vorrebbe averti come sua guardia? Hai la faccia da mendicante ".
Nobushige divenne così furioso che fece per estrarre la spada, ma Hakuin esclamò:
"Così hai una spada! La tua arma probabilmente non è abbastanza affilata per tagliare la testa."
Mentre Nobushige sfilava la sua spada, Hakuin commentò: "Qui si aprono le porte dell'inferno!"
A queste parole il samurai percependo l'insegnamento del maestro, rinfoderò la spada e s'inchinò.
"Qui si aprono le porte del Paradiso", disse Hakuin.
Il Primo Principio
Quando qualcuno va al tempio di Obaku a Tokyo, vede scolpite sul cancello le parole "Il primo principio". Le lettere sono insolitamente grandi e coloro che apprezzano l'arte della calligrafia non perdono l'occasione di ammirarle come un capolavoro. Furono disegnate da Kosen 200 anni fa.
All'epoca il maestro le disegnò sulla carta, dalla quale gli operai ricavarono l'incisione ingrandita in legno. Mentre Kosen tracciava le lettere, con lui c'era un audace discepolo che gli aveva preparato parecchi litri di inchiostro per il lavoro e che non mancava mai di criticare l'opera del maestro.
"Questa non è buona", disse a Kosen dopo il primo tentativo.
"Com'è questa? "
“Brutta. Più dell'altra", sentenziò il discepolo.
Kosen pazientemente scrisse un foglio dopo l'altro fino a che si erano accumulati ottantaquattro Primi Principi, ancora senza l'approvazione del discepolo.
Poi, quando il giovane uscì per un attimo, Kosen pensò: "Questa è la mia occasione di sfuggire al suo occhio acuto, e scrisse in fretta, con la mente libera dalla distrazione: "Il Primo Principio".
"Un capolavoro", sentenziò il discepolo.
Ira
Uno studente zen andò da Bankei e si lamentò: " Maestro, ho un’ira ingovernabile. Come posso curarla?"
"Hai qualcosa di molto strano", rispose Bankei. "Fammi vedere che cos’hai."
"In questo momento non posso mostrartela", rispose l'altro.
"E quando potrai farlo?" Chiese Bankei.
"Sorge inaspettatamente", fu la risposta.
"Allora", concluse Bankei, "Non può essere la tua vera natura. Se lo fosse, potresti mostrarmela in qualsiasi momento. Quando sei nato non l'avevi e i tuoi genitori non te l'hanno data. Pensaci."
Una tazza di tè
Nan-in, un maestro giapponese dell'era Meiji (1868 1912), ricevette la visita di un professore universitario che valeva studiare lo Zen.
Nan-in servì il tè. Riempì la tazza del visitatore e poi continuò a versare.
Il professore osservò il tè che stava traboccando, fino a che non poté più contenersi: "È strapiena. non ce ne sta più!"
"Come questa coppa”, disse Nan-in, “tu sei colmo delle tue opinioni e preconcetti. come posso mostrarti lo Zen se non svuoti la tua tazza?"
Apri la stanza dei tesori
Daiju fece visita al monastero Baso in Cina.
Baso gli chiese: "Cosa cerchi?"
"L'illuminazione", rispose Daiju.
"Tu hai già la tua stanza dei tesori. Perché la cerchi all'esterno?” Replicò Baso.
Daiju chiese: "Dov'è la mia stanza dei tesori?"
Baso rispose: "Quello che stai chiedendo è la tua stanza dei tesori."
Daiju fu illuminato! Da allora esortò sempre i suoi amici: "Aprite la vostra stanza dei tesori e usate quei tesori."
Tutto è il migliore
Mentre Banzan stava attraversando un mercato, udì una conversazione tra un macellaio e il suo cliente.
"Dammi il miglior pezzo di carne che hai”, disse il cliente.
"Ogni cosa nel mio negozio è la migliore", rispose il macellaio. "Qui non troverai alcun pezzo di carne che non sia il migliore."
A queste parole Banzan fu illuminato.
Breve istante, gemma rara
Un ricco signore chiese a Takuan, un insegnante Zen, di suggerirgli come passare il tempo. Sentiva che i suoi giorni erano molto lunghi mentre svolgeva le sue funzioni e se ne stava seduto rigidamente a ricevere gli omaggi altrui.
Takuan traccio otto ideogrammi cinesi e li diede all'uomo:
Non verrà due volte questo giorno;
Breve istante, gemma rara.
Questo giorno non ritornerà.
Ogni istante vale una gemma inestimabile.