Il chi credete di essere è intimamente connesso con il come credete che vi trattino gli altri. Molte persone si lamentano di non essere trattate bene dagli altri. Dicono di non ricevere abbastanza rispetto, attenzione, riconoscimento e considerazione, dicono anche di essere date per scontate. E quando la gente è gentile con loro, allora pensano a un secondo fine, di venire manipolate, o che ci si voglia prendere un vantaggio su di loro. Che nessuno le ami.
Pensano di essere un “povero piccolo me” bisognoso, dalle necessità insoddisfatte. Questa confusione di base su chi sono, crea una disfunzione in ogni loro relazione. Credono di non avere niente da dare e che il mondo o gli altri stiano negando loro ciò di cui hanno bisogno. Tutta la loro realtà è basata su un senso illusorio di chi sono. Questo boicotta le situazioni e vizia le loro relazioni. Se l’idea di perdere, sia che si tratti di soldi, di riconoscimento o d’amore, è diventata parte di chi credete di essere, allora sperimenterete sempre un senso di perdita. Invece di riconoscere tutto il buono che c’è già nella vostra vita, tutto ciò che vedete è perdita. Il riconoscimento di tutto il buono che c’è nella vostra vita è l’inizio di ogni abbondanza. Il fatto è che qualunque cosa voi pensiate che il mondo vi stia negando, voi la state negando al mondo. Ve la state negando perché profondamente dentro di voi pensate che siete piccoli e che non avete niente da dare.
Provate questo per qualche settimana e vedrete come cambierà la vostra realtà: qualunque cosa state pensando che gli altri vi neghino – lodi, apprezzamenti, assistenza, cure affettuose -, datela voi a loro. Non ne avete? Fate come se ne aveste e verranno. E non appena avrete cominciato a dare, comincerete a ricevere. Non potete ricevere ciò che non date. Il flusso verso l’esterno determina il flusso verso l’interno. Qualunque cosa pensiate che il mondo vi neghi l’avete già, ma fino a che non ne permettete il fluire verso l’esterno, non saprete neppure quello che avete. Gesù ha espresso in questa potente immagine la legge che il fluire verso l’esterno determina un ritorno del flusso: “Date e vi sarà dato: ne riceverete in misura buona, pigiata, scossa e traboccante, perché con la stessa misura con cui misurate, sarà misurato anche a voi”.
La fonte di ogni abbondanza non è fuori di voi. È parte di chi siete. In ogni modo cominciate vedendo e riconoscendo l’abbondanza al di fuori. Vedete l’abbondanza della vita tutto intorno a voi. Il calore del sole sulla vostra pelle, lo spettacolo della magnificenza dei fiori in mostra davanti a un fioraio, mordete un frutto succulento, o lasciatevi inzuppare dall’abbondanza dell’acqua che cade dal cielo. La pienezza della vita è lì a ogni passo. Il riconoscimento di quell’abbondanza che è intorno a voi risveglia l’abbondanza interiore dormiente. E poi lasciatela fluire fuori. Quando sorridete a una persona che non conoscete, per un istante l’energia fluisce verso l’esterno. Diventate qualcuno che dà. Domandatevi spesso cosa potete dare in quel momento, come potete essere al servizio di quella persona, di quella situazione. Non avete bisogno di possedere nulla per sentire l’abbondanza, ma se la sentite vi arriverà certamente una grande abbondanza. L’abbondanza arriva solo a coloro che già ce l’hanno. Sembra quasi ingiusto, ma naturalmente non lo è. E una legge universale. Sia l’abbondanza sia la scarsezza sono stati interiori che si manifestano come la vostra realtà. Gesù l’ha espresso in questo modo: “Poiché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che ha”.
Eckhart Tolle